Dissero di lui

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Teodoro Rovito, Letterati e giornalisti italiani contemporanei. Napoli, Rovito, 1922 (p. 245):

...illustre professore e pubblicista, ... La sua bibliografia è straordinariamente copiosa e sarebbe impossibile dare qui l'elenco di tutte le pubblicazioni di questo fecondissimo scrittore …


P.Z. Enrico Catellani. In Vita Libera, 25 giugno 1945:

A Padova, nei cupi giorni dell’occupazione tedesca, è morto tragicamente il venerando senatore Enrico Catellani. La sua figura era notissima nella città dove egli aveva tenuto la cattedra di diritto internazionale nell’Università degli  Studi. Era giurista d’alta fama e di ricca esperienza. Vissuto 89 anni aveva prodigato l’ingegno vivace, sagace, pronto e duttile in opere di copiosa dottrina e di limpido concetto, le une sistematiche, le altre occasionali, tutte pervase da un medesimo spirito che era il suo, spirito di libertà, d’umana socievolezza, congiunto a un lepido senso delle cose reali non mai scevro di intimo scrupoloso rispetto per i valori ideali. Tale si manifestava anche nei quotidiani rapporti con i colleghi e gli amici. La piccola statura pareva allora crescersi e tutta la persona s’illuminava di quel sorriso che era quasi sempre ironia bonaria e che non cedeva a risentimento, se non quando fosse necessaria la fierezza che difende la dignità dell’uomo. La bonomia sapeva diventare sdegno e l’apparente condiscendenza  sapeva non dissociarsi da un fermo coraggio. Sulla guerra italo-austriaca del 15-18 aveva scritto un volume tradotto in più lingue. Molto aveva meditato e scritto anche sulla Lega delle Nazioni. La sua visuale era larga, si manteneva in contat[t]o assiduo con la migliore cultura francese e inglese possedendo sicuramente  queste lingue. Aveva giudicato e condannato il fascismo confermando il proprio convincimento liberale in ogni occasione. Era di fede cristiana: aveva accolto, sebbene di famiglia ebraica, il Vangelo. Venne la folle e crudele politica nazista e travolse lui pure: lo segregò dal mondo, del quale si compiaceva così argutamente e dove era veduto con una stima profonda e tanta schiettezza di simpatia, lo immiserì, lo rinchiuse nella sua privata dimora come in un carcere; e questo uomo così umano, così operoso, così equo si trovò messo al bando come un delinquente. Con l’uno o l’altro pretesto, la sua casa fu via via depredata e invasa. Un giorno – nel gennaio del '45 – il silenzio di quella violata abitazione parve ai vicini  lugubre come di tomba. E veramente coloro che vi penetrarono rinvennero la salma della signora Catellani, rinvennero il senatore in agonia. Il morbo e la decrepitezza avevano consumato in solitudine le due nobili esistenze che si erano svolte in intimo e continuo accordo. La ferocia tedesca doveva perseguitarlo fino allora estrema. Dette l’ultimo respiro sopra un letto d’ospedale, confuso tra i poveri. La pietà di pochi informati si commosse imponente e dolente. Ma bisognerà riparlare di lui, del giurista, del politico, del cittadino, dell’uomo: parlarne degnamente. Questo cenno fuggevole non vuol essere che un primissimo e tenue atto di riparazione.
P.Z.

 

Amedeo Giannini, Ricordo di Enrico Catellani. In rivista di Studi politici internazionali, n1, 1949 (p. 62):

Scrittore garbato, agile, anche elegante, il Catellani era maestro buono, efficace, animatore. Sapeva appassionare i suoi discepoli con esposizioni limpide e chiare, anche nei problemi più difficili …
Aveva il culto dell'amicizia, nella quale portava un'espansività semplice e piena di spontanea cordialità e gioiva di essere ospitale e di conversare intimamente, dando libero sfogo alla sua irrequietezza spirituale piena di vivacità, anche negli anni tristi, che, nella tarda vecchiezza, gli resero la vita amara e sconsolata, e che nondimeno egli sopportò in composta dignità, senza un lamento.

 

Giuseppe Toffanin Junior, Cent'anni in una città (schedario padovano). Padova, Rebellato, 1973 (p.63):

… Membro di commissioni nazionali e internazionali, tra i primi in Italia ad iniziare lo studi del diritto e della legislazione coloniale … Figura caratteristica del mondo padovano, era facile incontrarlo nei suoi ultimi pomeriggi in via Dante in casa Cittadella dove la contessa Luisa l'aveva tra i suoi amici più cari …



Giuseppe Toffanin, Primo Sinopico e l'Università di Padova, settantacinque anni fa. Padova, CEDAM, 1986:

… di qui, per Sinopico, l'inesauribile serie di libri azzurro, verde, rosso, ecc … (le raccolte di documenti diplomatici il cui colore varia secondo la nazione). Il Catellani per la sua austerità e rinomanza, era anche principale ornamento dei migliori salotti padovani.

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Ritratto di Enrico Catellani disegnato da Primo Sinopico, contenuto in: 
Sinopico e l’Università di Padova, Settantacinque anni fa. A cura di Giuseppe Toffanin, Padova, CEDAM, 1986