Collezione di semi

Semi Sgaravatti

In Museo vi é una scatola in cartone verde scuro con la scritta "Stabilimento d'orticoltura F.lli Sgaravatti sementi Padova. Collezione di sementi delle principali piante foraggere". I vivai Fratelli Sgaravatti erano presenti con diverse sedi in giro per l'Italia tra cui, per la provincia di Padova, una a Saonara e una ad Abano e rifornivano di piante buona parte dei giardini e parchi della zona. Nella scatola sono presenti 48 provette in vetro posizionate sui due lati con semi, quasi esclusivamente graminacee e leguminose, da usarsi per la produzione di pascoli, tappeti erbosi per giardini, campi da golf e calcio, eccetera.

Campionario semi Sgaravatti

Vi sono poi due armadi, composti da due file con 44 cassetti ognuno, che contengono circa 16.000 provette in vetro con semi di piccole dimensioni. Purtroppo mancano informazioni sulla località di provenienza e sull'esatta data di raccolta ma si sa che derivano dagli scambi in uso tra i vari giardini e orti botanici italiani e forse europei (7); sulla base degli inventari presenti possiamo comunque affermare che il materiale più vecchio risale alla fine dell'Ottocento. I semi presenti appartengono sia a specie ornamentali come lillà, garofani e rose, che coltivate ad uso alimentare quali fagioli, mais e cavoli, ma non mancano quelle che crescono spontaneamente sul territorio nazionale.

Cassetti Spermotheca italicaCassetto spermotheca - particolare


Questi semi, troppo vecchi e non adeguatamente conservati per poter germinare, sono utili in tutti quei casi in cui si manifesta la necessità di attribuire un nome a semi sconosciuti cosa che accade, ad esempio, quando se ne trovano durante gli scavi archeologici.

Collezione di semi di Piante Agrarie ed Infeste

Aprendo questo cofanetto troviamo 10 scatole in cartone colorato il cui titolo è: "Collezione di semi di Piante Agrarie ed Infeste". La serie venne ideata da Raffaello Sernagiotto, direttore del Servizio di Controllo delle sementi presso la Scuola di Viticoltura e di Enologia "Umberto I" di Alba e appassionato agronomo. Ogni scatola contiene i semi di 100 specie diverse inserite in un reticolo numerato e corrispondente alla lista incollata sul lato sinistro dove sono presenti il binomio scientifico e il nome volgare più in uso all'epoca. Le piante, provenienti da tutta Italia, appartengono sia a specie infestanti che coltivate nel nostro Paese tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento. Queste centurie, così chiamate poiché all'interno trovano sistemazione i semi di cento diverse specie o varietà, sono presenti in Museo con quattro diverse varianti una delle quali, ugualmente organizzata in "quaderni", é provvista di un prezzo di vendita, variabile a seconda che il numero venisse acquistato "in Alba presso l'Autore" o "nel Regno, franco di porto" e quindi la data che è il 1905 per le prime centurie e il 1907 per le ultime. In un'altra versione i semi sono contenuti in grandi provette di vetro sul cui tappo in sughero è segnato un numero che corrisponde alla lista incollata sotto il coperchio della scatola; le specie presenti in queste tre diverse versioni sono le stesse.

La collezione Sernagiotto arriva in Museo sotto la direzione del Prefetto Pier Andrea Saccardo e, dalla corrispondenza intercorsa tra i due, si capisce trattarsi di un regalo che il Conte fa al Prefetto come ringraziamento dei numerosi consigli ricevuti. Tra questo materiale non è compreso il cofanetto che venne donato al Museo dagli eredi del Prof.Paganelli nel 2016; da quanto sappiamo, in Italia ne esistono solo due copie, una delle quali, in parte diversa dalla nostra per quanto riguarda il contenitore, si trova presso l'Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza (4).

Oltre al valore estetico legato alla particolare disposizione dei semi all'interno delle scatole, la raccolta è di grande interesse scientifico poiché espone i semi delle 1000 specie che più comunemente si potevano trovare nelle campagne italiane, perché coltivate o come semplici "erbacce", a cavallo tra Otto e Novecento.