Il Seicento operistico ebbe la sua star indiscussa: Francesco Cavalli.
Già Caletti Bruni, Francesco (14 febbraio 1602 - 14 gennaio 1676) era statoscoperto giovanissimo a Crema dal governatore Federigo Cavalli senior, che ammaliato dalla sua arte nel 1616 l’aveva tratto con sé a Venezia. Qui l’aspirante compositore studiò probabilmente con Claudio Monteverdi ed ebbe quindi occasione di esibirsi come cantore nella Cappella in San Marco, riuscendo in breve ad ottenere fama tale da far scrivere: “Cavalli veramente in Italia non ha pari, et per esquisitezza di canto, et per valore del suono dell’organo”.
Nel 1620, presumibilmente sempre per intercessione del suo mentore, Francesco Cavalli assunse l’incarico di organista nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia, dove era sepolto il patriarca Marino Cavalli. Pochi anni dopo era annoverato come secondo organista a San Marco.
La fama di Cavalli fu però principalmente dovuta all’attività di operista, che l’impegnò ininterrottamente nel corso della vita: per il teatro compose circa quaranta lavori, quasi tutti su soggetti mitologici o pseudostorici, da cui prendevano vita a trame attorcigliate e ramificate in vicende dai risvolti spesso "piccanti".
Nel carnevale 1639 fu rappresentata la prima “opera scenica” di Cavalli, Le nozze di Teti e di Peleo, che è anche la prima opera veneziana la cui musica sia stata conservata.
Seguirono numerosi successi, parte dei quali furono messi in scena fuori Venezia e anche all’estero: dagli Amori di Apollo e Dafne alla Didone, soggetto frequentatissimo del teatro d’opera che Cavalli rivisitò allestendo un lungo lamento in tutte le sue forme; dall’Egisto, in cui una scena di pazzia si univa a due ampi lamenti, al Giasone, una delle opere maggiormente rappresentative di tutto il secolo diciassettesimo; da Il Mutio Scevola al Coriolano. Questo lungo seguito di opere permise a Cavalli di essere conosciuto e acclamato in molti centri e capitali della musica.
Fu così che nel novembre 1660 il cardinale Mazzarino decise di rivolgersi proprio al compositore cremonese per la realizzazione dell’opera celebrativa del matrimonio tra Luigi XIV con l’infanta di Spagna Maria Teresa d’Asburgo, un avvenimento importantissimo per la corte francese: Cavalli propose l’Ercole Amante, la cui prima rappresentazione venne data però tardi, soltanto il 7 febbraio 1662, al Teatro delle Tuileries di Parigi. Fu un clamoroso insuccesso.
Rientrato a Venezia, nel novembre 1668 Francesco venne nominato maestro della cappella ducale nella Basilica di San Marco, titolo che mantenne fino alla morte il 14 gennaio 1676.