Giuseppe Veronese nacque il 7 maggio 1854 a Chioggia, una cittadina sulla laguna veneta.
Il padre Giovanni Antonio era un pittore decoratore e la madre Maria Elisabetta Ottavia Duse (cugina della famosa Eleonora Duse) badava ai quattro figli.
Fin da piccolo dimostrò passione e attitudine per le belle arti e in particolare per la pittura, ma le ristrettezze economiche e, sembra, il padre contrario a che continuasse la sua strada, lo portarono a frequentare la Scuola Tecnica. Avendo notato le sue doti particolari, due professori della Scuola lo prepararono per l’Istituto Tecnico di Venezia, dove fu uno studente eccellente in tutte le materie.
Finiti gli studi ebbe un incarico a Vienna (1872-1873) presso un’impresa che gestiva la regolazione delle acque del Danubio. Nello stesso periodo ebbe l’occasione di lavorare come disegnatore all'Esposizione universale di Vienna del 1873.
Ma il lavoro che svolgeva, anche se gli garantiva uno stipendio molto buono, non lo attirava quanto l’amore per lo studio che lo portò ad iscriversi al Politecnico di Zurigo (1873).
La passione e la volontà di studiare sono sempre state accompagnate da una vita di sacrifici: prima a Venezia teneva lezioni e svolgeva piccoli incarichi, poi a Zurigo, sebbene aiutato dai conti di Papadopoli di Venezia, viveva fra gli operai perché la vita in Svizzera era cara.
Dopo essersi specializzato presso le università di Berlino e Lipsia, venne chiamato ad insegnare all’Università di Padova e, a partire dal 1881, si occupò di politica con varie cariche locali fino alla nomina di senatore nel 1904.
Nel 1885 si sposò con la baronessa Beatrice Bertolini ed ebbero 8 figli, di cui tre scomparsi in giovane età.
Morì improvvisamente per attacco cardiaco a Padova il 17 luglio 1917.
Veronese viene descritto come un uomo semplice e schietto, sempre grato verso chi lo aveva sostenuto.
Aperto al dibattito scientifico, rispondeva punto per punto alle osservazioni che gli venivano mosse difendendo il suo metodo e le sue teorie.
Cresciuto durante l’unità d’Italia e vicino a figure patriottiche come Luigi Cremona, professore dell'Università di Roma che da giovane era andato a combattere per la liberazione di Milano e poi di Venezia dall’Austria, contribuì alla crescita del nuovo stato mettendo a disposizione le sue conoscenze in vari ambiti dei lavori pubblici.
Si espresse a favore dell’entrata in guerra contro l’Austria nel 1915 e lasciò che due dei suoi figli fossero inviati al fronte senza chiedere per loro alcun favore per risparmiarli da pericoli maggiori.
Pur dedicandosi alla scienza e alla politica non trascurò l’arte e fu un discreto pittore.