Achille Forti

Nato a Verona da famiglia agiata, il giovane Achille Forti terminò gli studi classici nella città natale per poi conseguire la laurea in Scienze Naturali all’Università di Padova nel 1900. Appassionato di botanica fin da prima della laurea, si avvicinò in particolar modo allo studio delle alghe pubblicando le sue prime recensioni di trattati algologici.

Dopo un periodo di libera docenza presso l’università di Modena (1916), tornò a Padova (1926) per intraprendere una proficua carriera di ricerca, specialmente in materia algologica.
Nata come un semplice passatempo, la passione per l’algologia lo rese ben presto una figura sempre più emergente in questo campo, tanto che molti studiosi dell’epoca spesso si rivolgevano a lui per ricevere un consiglio.

Le sue prime collezioni botaniche iniziarono con raccolte personali che svolse durante diversi viaggi nei Balcani, nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e verso la Norvegia. Tuttavia, le numerose acquisizioni di raccolte appartenute ad altri studiosi e la fitta rete di corrispondenza che intrattenne con naturalisti dell’epoca, permisero a Forti di ampliare notevolmente le sue collezioni con esemplari provenienti da diverse parti del mondo (1).

Estremamente colto e perfettamente in grado di padroneggiare una vastità di argomenti, Forti si interessò anche di storia della scienza pubblicando diverse biografie di illustri naturalisti a lui contemporanei tra cui Ettore De Toni (1858-1925) e Angelo Mazza (1844-1929). Era inoltre un grande appassionato d’arte e si circondò di numerose opere prevalentemente dell’Ottocento e del primo Novecento italiano.

Nonostante amasse stare nel suo palazzo veronese, dove aveva allestito una sala dedicata esclusivamente agli studi algologici, fu un generoso mecenate, attento alle esigenze della città natale. Il Senatore veronese Angelo Messedaglia, nel commemorare Forti il giorno del suo funerale, ricordò come l’illustre algologo avesse acquistato e donato all’Istituto Veneto di Scienze e Lettere un “preziosissimo codice cinquecentesco proveniente dalla collezione Nardo di Venezia” (2).

Morì l’11 Febbraio 1937 nominando Verona erede universale del suo patrimonio e raccomandando che Palazzo Forti, la sua residenza, fosse adibito a luogo di esposizione della sua ricca collezione d’arte.
Attualmente è possibile ammirare tale raccolta a Palazzo della Ragione (Verona) nella “Galleria d’Arte Moderna Achille Forti”.

Fece infine dono delle sue collezioni botaniche e della ricchissima biblioteca all’Università di Padova, dove tuttora sono conservate e studiate.