Nel periodo in cui visse De Zigno gli studi geologici, e non solo, acquisirono una indipendenza ed autonomia, separandosi da quelli di anatomia comparata, zoologia e botanica, principalmente per le trasformazioni e passi avanti in questa disciplina, grazie anche ai lavori di geologi stranieri come Lyell, ma anche come Charles Darwin, che con il loro contributo definirono le soluzioni ai grandi problemi settecenteschi dando un’identità più definita e moderna a questa disciplina.
Si assiste quindi ad una specializzazione delle varie discipline, e De Zigno si inserisce a pieno titolo in quella della paleobotanica e della paleontologia dei vertebrati, pur mantenendo un costante ed approfondito rapporto con il suo territorio per quanto riguarda gli studi geologici. In questi ultimi De Zigno si preoccupa sempre di ripartire dalle origini, ovvero dalla storia e lo sviluppo delle idee attraverso le descrizioni degli autori del passato, come Fracastoro, Vallisneri, Arduino e Fortis, tanto per citarne alcuni.
Da evidenziare il carattere internazionale dei suoi studi, sia per i suoi frequenti viaggi, principalmente a Vienna, che lo portarono ad avere una fitta rete di conoscenze internazionali, ma anche per la sua partecipazione attiva ai congressi e riunioni degli scienziati sia italiani che d’oltralpe. Facilitato dalla conoscenza di diverse lingue, si può osservare come nei suoi lavori, spesso pubblicati in riviste estere, sempre sono citati anche i principali autori stranieri, sia francesi sia tedeschi, ma anche inglesi ed americani.
In Veneto, oltre ai contatti con l’accademia, in particolare con la Cattedra di Storia Naturale dell’Università di Padova, fu attivo anche nell’I.R. Accademia di Lettere, Scienze ed Arti di Padova, all’I.R. Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia, ed all’Accademia di Agricoltura, Lettere e Scienze di Verona, luoghi di primaria importanza nello sviluppo e trasmissione della produzione scientifica. Una regione, il Veneto, inserita in un contesto geopolitico italiano ancora molto instabile, ma che prenderà forma in questa seconda metà dell’800 anche grazie ad attività come i congressi degli Scienziati Italiani, oppure l’elaborazione della Carta Geologica d’Italia dei quali Achille De Zigno fu tra i principali attori assieme a Savi, Pilla, Sismonda e Pasini.
Nei suoi studi De Zigno applica un metodo moderno che, principalmente grazie quella rete di conoscenze creata, gli permette di proporre un quadro di correlazioni a scala globale dei dati raccolti, come ad esempio i lavori sulla distribuzione geografica delle piante fossili giurassiche esposti a livello globale. Siamo di fronte ai primi lavori di sintesi che oggi vanno tanto di moda.
De Zigno durante tutta la sua vita riesce a costruire una ricca collezione, comprendente fossili, rocce e minerali che, grazie all’attiva dedizione di Giovanni Omboni, viene acquistata e conservata nell’allora Gabinetto di Storia Naturale e, successivamente, per lunghi anni, nel Museo di Geologia e Paleontologia di Padova.
Un sentito ringraziamento va ad Alberto Lonigo e Flavia De Zigno per la passione dimostrata per il loro avo e per avere mantenuto sempre attivi i contatti con gli studiosi e donato materiale fondamentale per gli studi, comprendente gli scritti privati, i diari ed i carteggi di Achille De Zigno.