Descrizione dell'opera

Un giovane inginocchiato su una spiaggia bagnata dalle onde. Il volto rivolto verso l'alto, a un destino più bello: è il Palinuro, ultimo capolavoro di Arturo Martini. 

La scultura si compone di due blocchi di marmo bianco di Carraraquello superiore raffigura l'eroe virgiliano, l'altro costituisce la base sulla quale è riportata la firma incisa “Arturo Martini”. Mentre le parti del corpo sono state lavorate dall'artista fino a una superficie liscia e lucida, i dettagli del volto, delle mani e della sagomatura della spiaggia della base risultano modellati con linee scolpite più o meno profonde, usando scalpelli di varie larghezze: al tatto la sensazione è di una materia viva, che non si lascia mai pienamente definire. 

La scultura si leva su un basamento di circa 60 centimetri, opera di Aldo Buzzini: sul fronte in corrispondenza della fascia superiore è incisa la scritta dedicatoria “PROSPEXI ITALIAM SUMMA SUBLIMIS AB UNDA”.

Dal punto di vista stilistico Palinuro rivela una stretta continuità con altre opere del maestro, parimenti ispirate alla statuaria antica e in particolare al giovane accosciato del frontone est del tempio di Zeus a Olimpia. Emerge però qui una nuova forza autogeneratrice della forma, che, per usare le parole di Martini, "prende forma da un’altra forma”: il triangolo vuoto dato dalla posizione delle gambe, rispetto al bozzetto sollevate entrambe dalla spiaggia per ravvivare geometricamente la figura, è insieme origine e bilanciamento per l’elevazione del torso, che mantiene intatta l’impressione del movimento corrispondente alla precarietà esistenziale, di cui Palinuro è emblema.


 

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