Le terme dei Colli Euganei
print this pageNell'antologia del Cinquecento De balneis trova ampio spazio la zona termale vicino a Padova, che è descritta da vari autori: Bartolomeo da Montagnana (1380-1435 ca) celebre medico di Padova, Michele Savonarola (1385-1468), professore patavino e medico degli estensi, Domenico Bianchelli (1440-1520 ca), Bartolomeo Viotti (m. 1568) e Ludovico Pasini, che mette in versi una mitologica origine del luogo dal gigante Ortone ucciso da Giove e sepolto lì. Sono descritti i bagni di Abano, di Monte Ortone, di San Bartolomeo, di Sanctus Petrus (San Pietro Montagnon) e di Montegrotto cioè il Mons Aegrotorum, ossia monte, come i padovani chiamano ancora i colli euganei, degli ammalati, "a veteribus nostris sic nominatus" (Savonarola, c. 17v), i bagni di Sancta Helena, cioè la grotta termale naturale di Sant'Elena a Battaglia Terme, ora in abbondono, e le Domus novae, costruite come fabbriche del sale in seguito agli esperimenti che vi aveva svolto Jacopo Dondi (1293-1359 ca), detto Dall'orologio, per la controversa attribuzione dell'orologio astronomico per i Carraresi tradizionalmente identificato con quello ancora funzionante in Piazza dei Signori a Padova. Nella raccolta De balneis si trova il suo saggio sul tema, preceduto dal trattato De fontibus Patavinis del figlio Giovanni Dondi (1330-1388), anch'egli medico, ma celebre per l'astrario. Nell'opera sono descritte la natura dell'acqua delle terme euganee e le malattie per cui sono consigliate, da quelle polmonari e respiratorie a quelle della pelle, dai dolori muscolari a quelli nervosi: l'acqua termale è rimedio contro tutti i difetti dovuti agli umori freddi e umidi. Sono indicati i modi dell'idroterapia, "Sive interius per potum, sive exterius per balneum, & contactum aquae seu per stupham, & vaporem solum" (c. 108), e i fanghi.
Francesco Frigimelica (1490-1558), professore di medicina pratica a Padova, fu noto soprattutto per le sue ricerche innovative nel campo delle cure termali (bagni e fanghi, ma anche cure idropiniche), i cui risultati diedero luogo al De balneis metallicis artificio parandis del 1550, ma edito soltanto nel 1659 a Padova da Rhodius, di cui conserva una copia la Biblioteca di Scienze del Farmaco dell'Università di Padova (copia digitale).
Vengono citate le terme euganee: Frigimelica contribuì all'uso di alcune fonti dell'area. Anzi: "Il 3 nov. 1554 il Collegio dei medici dello Studio patavino incaricava ufficialmente il Frigimelica e i colleghi P. Crasso e O. degli Oddi di riportare le terme di Abano, che versavano in condizioni deplorevoli, in uno stato di efficienza, di modo che si potessero trasferire i malati nel periodo estivo dall'ospedale alle terme, e con essi anche gli studenti. Le cure termali divenivano così, anche per opera sua, una disciplina specialistica della clinica medica" (voce del Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 50, 1998).
Una descrizione del Settecento delle terme euganee si trova nell'opera di Domenico Vandelli (1735-1816) Tractatus de thermis agri Patavini, pubblicata a Padova nel 1761 (copia digitale), di cui sono riprodotte due tavole della copia conservata presso la Biblioteca dell'Orto Botanico dell'Università di Padova.