UN FORTUITO RITROVAMENTO

  

Agli inizi del 2011, prima dei lavori di restauro di villa Revedin Bolasco, il fotografo Giancarlo Baggio viene autorizzato, da parte del Comune di Castelfranco,  di fissare in qualche particolare scatto l’interno del complesso. Muovendosi a fatica tra le stanze del palazzo, tra infissi sconnessi e ponteggi, il fotografo nota in un angolo, tra carte e vecchi giornali pronti da buttar via, un materiale inaspettato e dai tratti esotici: dei cartoncini grandi come un foglio A4 decorati con degli ideogrammi. Anche se logorati dal tempo, la loro bellezza è data proprio da quelle scritte e disegni tracciati a pennello che portavano alla memoria un paese così lontano, l’Estremo Oriente. 

Cartone giapponese prima del restauro (PGVB 19) Cartone giapponese prima del restauro condotto nel 2021.

Fortunatamente, Baggio intuisce subito quanto siano preziosi e, in attesa di tempi migliori, conserva questi reperti con cura. Nel 2021, conclusi i restauri, li restituisce all'Università, mettendo in moto una ricerca che ha fatto riscoprire la loro storia. 

Strumenti essenzialmente funzionali, adoperati per il trasporto delle uova di baco da seta dal Giappone all’Italia, i cartoni spesso venivano gettati a fine uso. Capiamo dunque che il fatto stesso di ritrovarli dopo decenni in villa è alquanto insolito. Se da un lato possiamo immaginare una loro conservazione per fini pratici di tutela da possibili contraffazioni (attraverso un confronto tra i vari timbri), dall'altro si può ipoizzare che già all’epoca i cartoni riscontrassero un certo interesse estetico e quindi  mantenuti come un bene ‘curioso’.