LA COLLEZIONE

La collezione di Villa Revedin Bolasco conta 80 cartoni, facendo così diventare la raccolta la più importante in Italia. 

I produttori giapponesi fanno deporre deporre il seme-bachi su particolari cartoni in fibra di Morus papyriferaun gelso non edibile, che poi, opportunamente imballati, vengono impiegati per il trasferimento del prezioso materiale riproduttivo. 

Ciascun cartone, delle dimensioni di un foglio A4 e con uno spessore di poco inferiore al millimetro, arrivava a contenere da 35.000 a 50.000 uova, che restano attaccate sulla superficie grazie alle secrezioni appiccicose prodotte dalle farfalle femmina, aspetto questo caratteristico delle razze asiatiche. In effetti, ancora oggi ad una attenta osservazione si può osservare nello strato superficiale dei cartoni la presenza di residui di escrescenze collose in forme di pallini. Inoltre, a testimonianza del metodo di asciugatura dei cartoni durante la loro manifattura, si può individuare un foro al centro del lato corto.

Per impedire possibili contraffazioni i cartoni presentano su un lato un ideogramma, per lo più dipinto a mano con inchiostro nero, che identifica la razza del seme-bachi, il nome del produttore o il luogo di produzione. Dunque, lungi dall'essere meri elementi decorativi, gli ideogrammi ricoprono un ruolo primario nel garantire la qualità dei seme-bachi. Inoltre, in alcuni cartoni l’ideogramma è racchiuso in una sagoma che riproduce la forma del bozzolo caratteristico della razza del seme-bachi: un utile espediente per comunicare con chi non conosce la lingua giapponese. 

Nel retro, invece, sono presenti particolari timbrature e ideogrammi a garanzia dell’origine; una forma di tutela degli allevatori per evitare truffe da parte di semai improvvisati.

A partire dal 1870 sui cartoni appaiono, oltre agli ideogrammi, anche scritte e bolli in lingua italiana. Oltre a essere una testimonianza di un commercio ricco e variegato, questo ci indica come i mercanti italiani si siano ormai conquistati la fiducia dei partner commerciali giapponesi, fino ad arrivare a rifornire di seme-bachi anche gli altri stati europei.