La vita

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La vita di Giovanni Marsili copre gli ultimi tre quarti del XVIII secolo, più precisamente dal 1727 al 1795 e tocca alcuni dei luoghi principali della cultura europea del settecento: Padova, Venezia, Firenza, Parigi, Londra...

 

Nato a Pontebba da agiata famiglia veneziana impegnata nel commercio del legname, Marsili studiò presso i gesuiti veneziani, conseguendo una vasta cultura in campo umanistico e sviluppando una notevole passione per le lettere. Fin dalla gioventù si dedicò alla poesia e allo studio della lingua italiana: fu membro dell’Accademia degli Orditi, di quella dei Ricovrati e di quella dei Granelleschi (fondata da Daniele Farsetti e Gaspare e Carlo Gozzi).

Dopo la laurea in medicina presso lo Studio patavino (1747), compì viaggi di istruzione in Italia e all’estero, entrando in contatto con importanti scienziati del tempo e migliorando le sue capacità letterarie. Inizia inoltre a studiare botanica, in un periodo in cui in questa scienza cominciavano a prendere piede le nuove idee promosse da Carlo Linneo, che superavano la concezione della botanica come aiuto alla medicina e affermavano un nuovo modo di classificare le piante.

Nel 1760 fu nominato professore di botanica e Prefetto dell’Orto Botanico di Padova, superando tra gli altri anche la candidatura di Pietro Arduino, che aveva tenuto la reggenza dell’Orto dalla morte del prefetto precedente (1757).

Marsili sostenne le metodologie linneane e l’idea che l’insegnamento della botanica non dovesse essere limitato all’ambito medico e si dedicò a un rinnovamento dell’Orto Botanico: fece restaurare le mura monumentali e l’abitazione del prefetto, ricostruì la macchina idraulica che convogliava l’acqua del canale Alicorno alle fontane, impiantò ex novo un arboreto e, grazie allo scambio di semi con vari orti botanici italiani e stranieri, aumentò notevolmente il numero delle piante coltivate. Contribuì inoltre alla fondazione dell’Orto Botanico di Pavia (1772) e, pare, di quello di Parma (1773).

La produzione scientifica di Marsili non è particolarmente ricca, ma è il primo botanico padovano a pubblicare un’opera sui funghi (Fungi Carrariensis Historia, 1766), materia su cui l’orto patavino diventerà poi punto di riferimento mondiale. Importante è anche il suo erbario secco, utilizzato da Marsili anche come strumento didattico, tutt’ora conservato. Fece parte dell’Accademia Agraria, dell’Accademia di Scienze Lettere ed Arti e di una commissione incaricata di redigere un nuovo codice farmaceutico per la Repubblica di Venezia.

Morì nel 1795 dopo una progressiva paralisi, a causa della quale già nel 1793 fu affiancato nella carica di prefetto dal suo amico e successore Giuseppe Antonio Bonato.

Per tutta la vita Marsili coltivò una grande passione per l’arte e soprattutto per i libri, raccogliendo una ricca raccolta che costituirà poi il nucleo fondante della Biblioteca dell’Orto Botanico.