Un ricettario medievale: il Thesaurus pauperum di Pietro Ispano

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Nel Thesaurus pauperum, Pietro Ispano (1220?-1277), prima medico dei papi, poi papa lui stesso, raccoglie suggerimenti terapeutici: "chi apertamente leggera troverra leggieri & efficace medicine quasi a tutte le infirmitadi", come scrive nell'introduzione (c. a2r). L'autore invita ad un'estrema attenzione nella diagnosi "che altrimenti il cieco medico caderebbe con l'infermo in fossa della morte". L'autore dichiara di aver raccolto "tutti e libri del li antichi phylosophi & maestri & anche delli moderni experimenti" per un intento divulgativo: li raccolse "non con piccola fatica per le loro parole o vero per altre di piu leggieri intelligentia qui posi". Fatto salvo il richiamo all'autorità, lo scopo è renderne utili e comprensibili i contenuti.

La disposizione delle ricette segue l'ordine del corpo: "Cominciamo in prima dalla infermita del capo discendendo insino a piedi" (c. a2v).

Tra i rimedi proposti si trovano ricette, con indicazione su dosi e preparazione, che usano i semplici vegetali, come betonica, cicuta, lattuga, artemisia o ruta, e i semplici animali, come corna, unghia, peli o parti di asini, cervi, ma anche pipistrelli o rane, con un ricettario che rimanda al nostro immaginario sulla stregoneria, come questo contro l'epilessia: "Anco prendi la rana & fendila per ischiena col coltello, togli lo polmone & inuolgilo in una foglia di cauolo, & ardilo in una pignatta nuoua suggellata, & da la poluere allo epilettico quando la infermita lo toca, con uino forte, & se non guarisce alla prima uolta dalla piu uolte tanto che guarisca & guarira senza fallo" (c. B1r), oppure rimedi per gli occhi "lo fiele de lo auoltoio o uero dello becco con lo stercho del homo mescholato nel uino & bene colato mirabilmente a chiarificare lo uedere", o anche "Item... aloe & oppio mischia con lacte di femina che alacti maschio gioua molto & e prouato" (c. B5v).