Antichità e antiquaria

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Il 7 dicembre 1748 Marsili scriveva all'amico Gennari: "Ho fatto disaminare la medaglia che mi avete mandata, ma non è possibile rilevarne il rovescio. Forse vi deve esser fallo nella trascrizione. Il Sig.r Apostolo [n.d.r. Zeno] la crede di Lodovico il Pio, e quella, che voi credete cifra, non è che un rozzo modello di tempio all'antica, come se ne vedono parecchi esempi nel libro, che Monsieur le Blanc ha scritto delle monete de Re' di Francia". Il 4 febbraio 1751 poi, racconta sempre a Gennari di "un iscrizione legitima, ed antichissima senza alcun fallo, e degna di riflesso. Si trova murata in una casa della terra di Gemona, dove ho altresì osservato con sommo piacere quel vaso di piera a voi noto, dove già si battezzava per immersione. Vi sono scolpite le più spropositate figure, che voi vedeste mai; e v'è un naso che uguaglia tutto il rimamente del corpo". Solo due delle molte attestazioni che confermano l'interesse costante del nostro per le antichità, l'epigrafia, le testimonianze archeologiche della cultura greca e latina e la cultura materiale degli antichi, come conferma anche una delle note manoscritte qui raccolte con una serie di trascrizioni di alcune epigrafi aquileiesi.


Giovanni Paolo Pannini, Capriccio con il Pantheon Giovanni Paolo Pannini, Capriccio con il Pantheon, sec. XVIII (foto: Ωméga, via Flickr)

INDICE DELLA PAGINA

Otto Van Veen, Amorum emblemata (1608)

L'emblematica, è quella scienza che combina insieme motti e testi – spesso in versi e in latino – con un'immagine allegorica a formare quasi una simbiosi in cui ciascuno degli elementi illumina e chiarifica l'altro; sviluppatasi dopo la pubblicazione nel 1531 degli Emblematum libri di Andrea Alciato, ebbe una grande popolarità soprattutto nel Seicento, in tutta Europa, influenzando anche il pensiero alchemico, mnemonico e persino scientifico: fra i numerosi libri della raccolta Marsili ecco quindi anche una curiosa prima edizione degli Amorum Emblemata di quell'Otto van Veen (1556–1629) che fu maestro di Rubens. Un volume di formato oblungo che raccoglie 124 emblemi cioè immagini simboliche, in cui vengono illustrati i vari aspetti dell'amore; a fronte di ciascuna incisione delle liriche, costituite da motti e citazioni per lo più ispirate dal poeta latino Ovidio. I testi vennero pubblicati in due versioni contemporaneamente: latino-francese-olandese (in mostra) e latino-italiano-francese, e in una seconda edizione anche latino-inglese-italiano, raggiungendo una vasta popolarità e diventando così fonte di ispirazione per gli artisti di tutta Europa.

van Veen Due pagine dagli Amorum emblemata (da Phaidra)

Johann Jakob Lucke, Sylloge numismatum elegantiorum (1620)

Lucke (1574–1653) genealogista e numismatico di Strasburgo, fu incaricato di approfondire la storia delle più importanti famiglie di quella città, studio che lo impegnò anche in alcuni viaggi in Germania, nei Paesi del Nord e in Svizzera poi condensati in una monumentale opera in 41 volumi in in folio. Fra i libri Marsili trova posto proprio la sua Sylloge numismatum elegantiorum, nella princeps del 1620 (col frontespizio inciso da Aubry e le illustrazioni da Friedrich Brentel), in cui dà conto dei pezzi più notevoli della sua ricca collezione di medaglie e monete, frutto anche di doni ricevuti da personaggi importanti da lui incontrati, presentando la numismatica come scienza a supporto della storia e della biografia.

Lucke-1 Lucke-2 Sylloge numismatum elegantiorum, dettagli (da Phaidra)

Sertorio Orsato, Monumenta Patavina (1652)

Il nobile e storico padovano Sertorio Orsato (1616–1678), pubblicò un vero e proprio tributo di affetto alla propria città, dando alle stampe i Monumenta Patavina grazie ai quali ottenne anche il titolo di Cavaliere della Repubblica Veneta: l'opera che elenca e illustra con 53 immagini xilografiche e in rame iscrizioni, rilievi, antichità e ogni sorta di monumenti del nobilissimo passato romano della patria di Livio, si apre sull'antiporta allegorica particolarmente curata e firmata Johan Georg Bel che incide anche il ritratto dell'Autore nel medaglione.

Orsato Orsato Il ritratto dell'autore e una tavola dai Monumenta Patavina (da Phaidra)

Lorenzo Patarol, Series Augustorum... (1722)

Amico di Vallisneri e Pontedera, e proprietario di uno splendido giardino botanico annesso al suo palazzo veneziano nei pressi della Madonna dell'Orto in cui conservava fra i molti tesori anche un erbario composto fra il 1717 e il 1719 oggi custodito al Museo di Storia Naturale, Lorenzo Patarol (1620–1724) fu scienziato poliedrico e curioso. Per pubblicare la rassegna iconografica Series Augustorum, Augustarum, Cesarum... espressione dei suoi interessi storici si servì proprio della propria cospicua collezione numismatica, pubblicazione che non poteva sfuggire ad un antichista come Marsili.

Giandomenico Bertoli, Le antichità d' Aquileia (1739)

Fra i volumi del Prefetto non manca un grande classico dell'antiquaria, opera di un suo conterraneo il canonico Giandomenico Bertoli (1676–1763); il Bertoli, appassionato indagatore delle antichità romane di cui è ricco il territorio aquileiese fu collezionista di epigrafi che raccolse nella sua casa e di cui diede notizia in questo volume, le cui illustrazioni commissionò al fratello Daniele Antonio, cartografo di Maria Teresa d'Austria.

La sua casa di Aquileia, un edificio storico che risale al tredicesimo secolo ma sorge su un'antica villa romana forse abitata da un chirurgo, è oggi sede del Centro di Antichità Altoadriatiche a cui si deve la promozione di studi e ricerche sulla storia, sull'archeologia, sull'arte e sulla linguistica dell'area altoadriatica dalla preistoria al medioevo.

Bertoli-2 Bertoli-1 Antiporta e frontespizio de Le antichità di Aquileia (da Phaidra)

Thomas Bartholin, De unicornu (1678)

Un'operina a metà tra il trattato mitologico e il resoconto di mirabilia, con un pizzico di zoologia fantastica e di gusto per il mostruoso: il De unicornu di Thomas Bartholin (1619–1680) in cui l'autore prende in esame tutta la casistica antica e recente di unicorni e bicorni documentati iconograficamente o da documenti, sia fra gli animali che nella specie umana.

De unicornu Pagine del De unicornu (da Phaidra)

Fernand Ludwig von Bressler und Aschenburg, Li sovrani del mondo (1729)

E fanno arme, e dicono: io son de' cotali, e que' di casa mia fecer così scriveva Boccaccio nella ottava novella della settima giornata: lo studio dell'araldica, di stemmi e blasoni è studio della storia vista attraverso il farsi e il disfarsi dei legami fra famiglie e casati che vanno a costruire la storia piccola della città fino ad arrivare agli imperi. Ecco che nella raccolta di Marsili non manca la seconda edizione de Li sovrani del mondo, trattato di genealogia e araldica di Fernand Ludwig von Bressler und Aschenburg, un borghese entrato a far parte della nobiltà boema che aveva studiato a Halle e Lipsia e percorso in viaggio fra il 1705 e il 1706 Olanda, Inghilterra e Germania.