Nel 1909 Enrico Catellani venne festeggiato, in forma "intima" nel rispetto dell'indole schiva, per il suo “giubileo cattedratico”, per usare le parole del rettore Vittorio Polacco nella Relazione per l'inaugurazione dell'A.A. 1909-1910.
Intorno al 20 aprile, giorno della ricorrenza, alcuni periodici fecero omaggio al maestro con elogi e auguri per un lungo proseguire della sua attività didattica e scientifica, come la Rivista coloniale che coglieva l'occasione per illustrare la produzione scientifica di carattere coloniale, o Il Veneto che di lui disse: Maestro impareggiabile, espositore chiarissimo, parlatore elegante e preciso, il prof. Catellani fa,  di ogni lezione - e l'Università l'ha tra gli insegnanti più coscienziosi e più assidui - un vero e proprio capolavoro. Per ciò le lezioni del suo corso hanno sempre numerosa scolaresca attenta ed ammirata.

Passarono pochi giorni dall'anniversario che il professore fu coinvolto nelle proteste studentesche che sfociarono addirittura in disordini.
I motivi di protesta erano “l'abbandono”  in cui veniva lasciata la Scuola di medicina e l'inquadramento giuridico della professione ingegneristica.
Per questi motivi, durante la sua visita a Padova del 26 aprile, il Ministro dell'Istruzione Luigi Rava venne fischiato da alcuni studenti all'Uscita dalla Scuola di Applicazione. Per reazione i professori Severi, Turazza e lo stesso Catellani colpirono due studenti, Ruggieri e Dall'Oglio, perché questi smettessero.
Dei fatti e delle conseguenze che portarono perfino alla chiusura della stessa Università ne fecero cronaca La provincia di Padova, dove si legge: Il prof. Catellani stamane alla 10 incominciando la lezione, mentre si radunava il comizio studentesco, ha alluso brevemente al fatto di ieri, dichiarando d'aver reagito sulla pubblica via contro un signore che si ostinava a fischiare e rispondere male al prof. Turazza che lo esortava a desistere. Con quel signore, a lui non noto come studente, egli intende d'aver tutto al più avuto una questione personale della quale ora, come sempre in occasioni analoghe, è disposto a risopondere in qualunque modo. Non crede che sia giustificata la informazione di tale questione personale in una questione collettiva universitaria.